Si può vendere sia la nuda proprietà che l’usufrutto di un immobile.
VENDITA DELL’USUFRUTTO
Con la vendita dell’usufrutto, il proprietario del bene resta tale, ma deve sgomberare l’immobile per consentire che lo stesso possa venire utilizzato dall’usufruttuario. È chiaro dunque che a vendere l’usufrutto dovrà essere lo stesso proprietario che completa l’operazione, assieme ad un secondo soggetto denominato appunto usufruttuario. La vendita dell’usufrutto dovrà avere una “data di scadenza” in fase contrattuale.
Il termine massimo di durata dell’usufrutto è la vita dell’usufruttuario.
VENDITA DELLA NUDA PROPRIETA’
Ecco che arriviamo così a parlare della vendita della nuda proprietà, che altro non è che il passaggio inverso rispetto alla vendita dell’usufrutto.
Il proprietario di un bene immobile potrebbe infatti anche decidere di vendere la nuda proprietà e non l’usufrutto del proprio immobile. Qual è la differenza?
Vendere la nuda proprietà implica che il primo proprietario possa continuare ad abitare l’immobile, fino alla sua morte, anche se a tutti gli effetti, non appena si stipula il contratto, il proprietario “reale” diventerà chi subentra.
CASI FREQUENTI DI APPLICABILITA’
La tendenza a sfruttare questi particolari diritti immobiliari è con maggiore frequenza utilizzata proprio dalle famiglie con genitori anziani e più di un figlio a cui destinare le proprietà in eredità.
Ecco che allora succede che si cede la nuda proprietà ad un figlio, mantenendo l’usufrutto sul proprio bene fino alla morte.
Un altro aspetto che spesso comporta di godere dei diritti di usufrutto è proprio quello di sfruttare al meglio una seconda casa rimasta inutilizzata.